Calcio colombiano…al femminile è un po’ diverso.

di Marco Tamanti

Se il calcio colombiano è donna

Mi piace sempre quando trovo articoli di cultura, nel calcio. E per cultura intendo articoli che non ti raccontano freddamente un fatto di cronaca calcistica. Per carità, gli articoli che in poche righe ti rendicontano un fatto sono l’anima del calcio, forniscono le indispensabili fondamenta su cui costruire il resto: opinioni, interpretazioni, prese di posizione.

Ce ne sono altri però che “entrano dentro” la realtà dei fatti, la sezionano per vederla meglio e meglio raccontarla. E’ il caso di un articolo apparso il 06 ottobre scorso sul sito “Calcio Femminile Italiano”, intitolato: “Calcio femminile in Colombia: quali sono le prospettive?”.

Non è un mistero infatti che anche in Sudamerica, come in molte zone della nostra Europa, il calcio sia un elemento culturale fondamentale, ed in quell’articolo si evidenzia molto bene come il calcio, oltre ad essere un elemento della massima importanza, secondo la maggior parte dei colombiani tiene i giovani lontano dalla violenza.

Una situazione paradossale

Sebbene i sondaggi rivelino che il 70% delle donne giochino a calcio a scuola, la storia del calcio femminile colombiano, perlomeno a livello di riconoscimento pubblico, è davvero recentissima; soltanto nell’anno 2016 infatti si è arrivati, in seguito a prestazioni di rilievo della nazionale ai mondiali del Canada nel 2015, ad un campionato professionistico. Fino a quel momento, le ragazze del calcio facevano parte della divisione dilettanti della loro federazione.

E qui non può non tornare alla mente la situazione italiana: nonostante un passato ben più blasonato di quello colombiano, con vittorie importanti a livello internazionale ottenute già negli anni ottanta e novanta del secolo scorso, il movimento femminile italiano è rimasto “impantanato” in una visione ben poco moderna, che non ha previsto investimenti di rilievo per molto tempo, e men che meno un marketing adeguato; tutt’ora, del resto, il problema in gran parte rimane.

Le donne del calcio italiano hanno dimostrato da tempo di meritare i più grandi palcoscenici non solo nazionali, ma anche internazionali: è storia davvero recente la partecipazione, nell’estate 2019, dell’Italia ai mondiali, che ha riportato finalmente il movimento femminile sotto i riflettori da cui mancava ormai da troppo tempo.

Ciononostante, le nostre calciatrici dovranno aspettare fino alla stagione 2022/2023 per il loro passaggio al professionismo, secondo il recente progetto della FIGC.

Foto di Free-Photos by Pixabay

Segnali promettenti ed ombre inquietanti

Per il calcio colombiano femminile, molto promettente è stato il segnale del 2017, il 24 giugno, che come raccontato sempre da “Calcio Femminile Italiano”, ha visto oltre 33.000 spettatori al match conclusivo fra Santafè ed Atletico Huila.

A questo bel risultato ha fatto però da contrappunto una triste situazione di molestie sessuali nell’Under 17, che ha rischiato addirittura di non far giocare la stagione 2019: difficile che sia rispettato il calcio delle donne se sono le donne stesse a non essere rispettate.

L’altro segnale importante, per la Conmebol (la confederazione del calcio sudamericano) è stato l’obbligo per le squadre maschili di dotarsi di una squadra femminile: passaggio importante analogo a quanto successo in varie parti del mondo su impulso della FIFA; ciò è destinato nel lungo periodo ad avere effetti importanti sul futuro dei movimenti calcistici di tutto il mondo, non solo per il calcio femminile colombiano.

Discriminazioni

Del resto colpisce quanto riportato dalla rivista online LFootball in un articolo del 14 marzo 2019, in cui si denunciavano discriminazioni importanti nei confronti delle calciatrici, che dovevano pagarsi di tasca propria i viaggi internazionali e sono rimaste addirittura per lunghi periodi senza un allenatore (o allenatrice), che le seguisse.

Segnali che contraddicono gli intenti, dato che la federazione colombiana, secondo lo stesso articolo di LFootball, ha indicato il calcio femminile come una priorità. Si spera che sia anche una priorità il fatto di indagare sulle molestie sessuali di recente riferite dalle giovani atlete colombiane…difficile giocare con serenità in un luogo in cui si “allungano le mani”…

Foto di copertina di David Peterson by Pixabay

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