Punteggio maledetto

di Marco Tamanti

Il Lugano vive la quarta sconfitta in sei gare col punteggio di 1 a 2

Stavolta non è stato il Basilea un po’ incerto dei due incontri di Coppa Svizzera, in cui il Lugano aveva avuto una concreta occasione di eliminare dalla competizione le rossoblù. No, questa volta il punteggio rende bene il quadro della sfida di sabato pomeriggio scorso.

Il pomeriggio è tiepido e limpido, ideale per giocare ma anche per organizzare il saluto alle persone del Basilea che la prossima stagione non faranno più parte della società. Tre membri dello staff e ben sei giocatrici, fra cui la centrocampista Elisabeth Mayr: di certo una perdita non da poco, dato che la classe ’96 austriaca, ex Bayern Monaco e Leverkusen, abbina sostanza e classe, gioco difensivo e reti (sono cinque i centri quando manca una sola gara al termine del campionato).

Un punteggio che si ripete

Vedremo come Basilea risolverà il problema. Quello del Lugano invece è ben più immediato: le bianconere continuano a perdere, ed ultimamente il punteggio le vede soccombere, in media, di una sola lunghezza. Infatti dal 20 marzo scorso, turno successivo al primo punto guadagnato col Lucerna, il Lugano in campionato ha giocato dieci incontri, vincendone due (con Basilea il 20 marzo e con Lucerna il primo maggio 2021) e perdendone otto. Di questi otto, una sola volta ha perso con quattro gol di scarto (contro la capolista Servette, il 15 maggio); le altre sette partite lo hanno visto soccombere con un solo gol di scarto.

Rispetto ai punteggi decisamente più netti con cui le bianconere perdevano le partite solo alcuni mesi fa, è sicuramente un progresso, segno che il lavoro della squadra sta dando i suoi frutti. Ma ad essere obiettivi, il fatto che troppe volte il punteggio segni una sconfitta “di misura”, indica che manca ancora quel salto di qualità che possa equiparare il Lugano alla media delle altre squadre partecipanti al campionato.

Le due squadre di Zurigo

Così è stato, ad esempio, per l’incontro con il Grasshoppers, e così è stato, soprattutto, per la partita casalinga contro lo Zurigo, il cui finale ha visto le ragazze di mister Antonelli mancare clamorosamente un pareggio che era di certo alla loro portata. A Basilea però, sabato, il punteggio ha certamente rispecchiato i valori in campo. La vittoria delle rossoblù è stata meritata.

A voler essere precisi, ancora una volta il Lugano avrebbe potuto cambiare la storia di questa partita se avesse giocato con maggiore cinismo, sfruttando le non moltissime occasioni che si sono presentate. Ad esempio, quella capitata a Cristina Carp, che all’ 8′ si trova a pochi passi dalla linea di porta, su centro della solita Andreoli. Oppure se Tina Marolt, al minuto 31 non si fosse fatta ribattere il tiro da due passi da Tschudin, dopo un’azione travolgente, manco a dirlo, di Mathilda Andreoli.

Uno-due di Basilea

Ma è Basilea che ha il maggior numero di occasioni. Dal 3′ al 21′ minuto sono sei le occasioni da gol per le padrone di casa, e due clamorose capitano sui piedi di Mayr: al 3′, sola davanti a Palmiero, si fa parare il tiro; al 15′ non approfitta di un azzardato retropassaggio di Bytyqi, permettendo ancora l’intervento del portiere luganese.

Ma al 21′ ci pensa Alayah Pilgrim a portare in vantaggio la squadra di casa, con un tiro rasoterra nell’angolo a destra di Palmiero. Basilea insiste, e prima dell’intervallo ha ancora quattro limpide occasioni, sempre cercando il lancio lungo in area o il tiro da fuori. In una di queste, c’è il raddoppio.

Foto di kalhh by Pixabay

Evidentemente Eli Mayr vuole congedarsi al meglio dai suoi tifosi: al 37′ scambia bene a centrocampo, si inserisce sulla destra, e dopo un dribbling a sinistra scaglia una palla tesa nell’angolo, alle spalle del portiere del Lugano.

E qui si vede un’altra caratteristica emergente del Lugano: prima dell’intervallo, come capitato in altri incontri, c’è un’impennata di orgoglio. Le bianconere reagiscono subito, e cambiano il punteggio; al 41′ le ragazze del Basilea lasciano un po’ troppa libertà a Stella Suter, utilizzata nuovamente nel suo ruolo naturale di centrocampista. Lei alza la testa giusto un attimo, per prendere la mira da oltre venti metri e piazza la palla nel sette alla destra di Tschudin. Gol bellissimo.

Basilea gestisce il vantaggio

Nella ripresa si conferma la tendenza degli incontri precedenti, con Basilea che gestisce bene il gioco ed il Lugano che tenta di impattare il match, senza però creare troppi pericoli per Tschudin. Bisogna attendere infatti il 74′ per vedere una vera e propria palla gol per le bianconere, e capita sul destro di Lora Petrova, che di sicuro è sempre attenta. In quel momento, però, in una posizione non facilissima, non ha forse la lucidità necessaria per battere l’estremo difensore del Basilea, che era intervenuta male su un cross dalla destra.

Basilea che invece, senza premere troppo, sfoggia tutto il suo repertorio: tiri da lontano, tentativi di pressing, contropiede. E’ una squadra ben bilanciata, con uno dei suoi “motori” di centrocampo, Meyr, che passa con disinvoltura dal supportare l’attacco al ripiegare in difesa, e lo fa senza sosta fino al 76′, quando viene sostituita da Darja Jermann.

Il gioco procede a ritmo serrato, con la squadra di casa che crea regolarmente pericoli e potrebbe chiuderla nel finale, ma Palmiero è attenta all’85’, su tiro da lontano di Kristina Sundov. Il Lugano, dal canto suo, non ha la forza necessaria, come spesso capita nella seconda metà delle partite, per mettere sotto pressione le avversarie e creare l’occasione decisiva per pareggiare.

Un gap che si chiude

Il punteggio non cambia più, per il Lugano è un’ulteriore sconfitta e sempre per un gol di scarto; il gap con le avversarie si sta lentamente chiudendo, ma resta ancora significativo, come il secondo tempo contro il Basilea ha confermato.

Il prossimo anno sarà certamente una stagione di crescita, in cui si raccoglieranno gran parte dei frutti del duro lavoro svolto. Prima però, occorre superare gli spareggi-salvezza…

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