Milan e Juve avversarie per annullare il divario fra uomini e donne del calcio
Sì, ne sono perfettamente cosciente. Calcio maschile e femminile sono, al momento, due cose ben differenti. Impossibile non notarlo. Il primo divario che salta all’occhio è quello fisico. E lì, c’è da fare fino ad un certo punto. E’ pur vero che ci sono certe calciatrici che fisicamente fanno una certa impressione. Prendete per esempio Wendie Renard, difensore centrale del Lione e della nazionale francese: è alta un metro e ottantasette e pesa settanta chili. Insomma, potrebbe di certo contendere i palloni nel gioco aereo a molti dei più prestigiosi attaccanti maschi del calcio nostrano.
Ma non è certo la regola. In genere, infatti, le atlete del calcio femminile sono certamente meno alte e meno muscolose della media degli atleti maschi dello stesso settore. Non so quanto i preparatori atletici in futuro potranno cambiare il contesto, ma in media un certo gap rimarrà certamente, è nella natura delle cose.
Un divario culturale
Il secondo divario è quello tecnico. E qui si apre una questione davvero grossa. I signori uomini, infatti, vantano di certo un bagaglio tecnico più profondo e vario in termini di schemi di gioco e capacità di realizzare giocate di alto livello e perfino spettacolari. Ed anche in tal senso basta osservare una partita di calcio per rendersene conto.
Qui però le ragioni non sono fisiologiche, ma culturali; salto a piè pari un argomento lungo ed assai spinoso, che vede le donne prima osteggiate palesemente nel loro desiderio di giocare (eravamo all’inizio del ‘900), e poi, in maniera molto più indiretta e subdola, messe nell’angolo pur a fronte di risultati incoraggianti prima e brillanti poi (ad esempio quelli ottenuti negli anni novanta dalla nostra nazionale femminile).
Insomma, questo secondo divario non lo puoi cogliere interamente con gli occhi, devi entrare un po’ più nel merito delle cose. Divario di considerazione da parte delle istituzioni, cui segue inevitabilmente una scarsità di mezzi a disposizione, in termini di impianti ed attrezzature, in termini di opportunità di giocare, in termini di possibilità di essere retribuite per farlo. Sono ancora poche nel nostro paese, e relativamente poche nel resto del mondo, le giocatrici che entrano su un terreno di gioco non dovendosi preoccupare di come si guadagneranno da vivere fra qualche anno o fra qualche giorno.
Una discriminazione che ha radici lontane, ma che di recente viene sempre più messa in discussione, e non solo nel nostro paese; se ne parla, sempre di più. E sempre di più, il divario fra le due metà del pallone pare non avere più un suo significato.

Una partita per svoltare
Anche per questo, forse, ho accolto con favore la notizia che l’ultimo incontro femminile fra Milan e Juventus si sarebbe svolto con la cornice dello stadio di San Siro; ho però sentito alcune voci obiettare che si è data la possibilità alle ragazze solo ora che la pandemia sta di fatto impedendo alle persone di recarsi allo stadio.
Sono d’accordo solo in parte. Perchè se è vero che la questione di promuovere il calcio femminile finora ha difettato molto in termini di marketing (a parte alcune virtuose eccezioni), complice il fatto che il pubblico di riferimento del femminile è ancora esiguo rispetto a quello dei colleghi maschi, è anche vero che da qualche parte bisogna pur cominciare, per spezzare il circolo vizioso che impedisce al calcio delle donne di colmare il divario storico con quello degli uomini.
Quindi è stato molto positivo il fatto che l’ultima classica fra le rossonere e le bianconere sia stata giocata in uno degli stadi più importanti della storia del calcio, che ha visto sfide epiche fra squadre blasonate: questa partita, come del resto quella giocata l’anno scorso allo Juventus Stadium da Juventus e Fiorentina, rischia di avere un forte valore simbolico.
Il calcio femminile ha bisogno di vetrine, di momenti in cui si parli delle giocatrici per promuovere un movimento che ancora avrà bisogno ancora a lungo del sostegno di tutti per affermersi pienamente. Questo incontro è stata un’importante occasione per parlare delle giocatrici e del loro futuro.
Sperando che non resti una situazione isolata. Perchè per annullare il divario, si dovrà fare in modo che i templi del calcio siano anche la casa del pallone al femminile.
Foto di copertina di chatst2 by Pixabay